La religione islamica non deve essere ricollegata al terrorismo, lo dimostrano migliaia di musulmani tramite cartelloni, striscioni, urla e proteste durante le manifestazioni del 21 Novembre.
"L'Islam è pace", "Il terrorismo non ha religione", "L'Isis non è Islam","No al terrorismo, sì alle moschee","Non in mio nome - Not in my name". Sono frasi scritte su ogni cartello e dette da tutti i manifestanti presenti. Sono semplici, ma con un messaggio ben chiaro: basta credere che i terroristi siano la società musulmana! In entrambe le manifestazioni hanno partecipato persone comuni e persone note politicamente e culturalmente. A Roma era presente il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso che afferma: "Contro il terrorismo c'è bisogno di una risposta che dia sicurezza ai cittadini ma senza limitare le libertà"; molto sentito è stato il discorso di Marco Impagliazzo della Comunità di Sant’Egidio: "Il mondo è stato ucciso a Parigi, ma non si può ammazzare in nome di un dio. Nessuna guerra è santa". Durante la manifestazione è stato letto il discorso del presidente della Reppublica, Sergio Mattarella: "I tanti cittadini italiani di fede musulmana che in voi si riconoscono, insieme ad altri fedeli che vivono e lavorano nel nostro paese, sono e devono sentirsi parte di questa comune battaglia contro il terrore". Si sono ascoltate le parole scritte da Laura Boldrini,la presidente della Camera: "Iniziative come la vostra, rivendicando che i terroristi non operano in nome dei musulmani sono fondamentali anche per smentire e isolare coloro che predicano lo scontro di civiltà. Il terrorismo non può avere religione". Khalid Chaouki, deputato del pd, è stato uno dei principali animatori della manifestazione: "Tutti insieme, senza distinzioni abbiamo gridato che nessuno può uccidere in nome di un dio". Ha anche aggiunto: "Ora restiamo uniti per difendere il nostro diritto alla pace e alla convivenza". A Milano Davide Piccardo, responsabile del Caim ha detto: "La nostra è una presa di posizione netta, una condanna fortissima verso i fatti di Parigi che sentiamo molto vicini come cittadini musulmani europei e italiani, geograficamente e temporalmente. E' fondamentale il riconoscimento dei luoghi di preghiera. Ce ne sono 700, di cui 695 informali. Come possiamo istruire i nostri giovani ai valori dell'Islam in questo modo?".
Da Milano a Roma tutti uniti per proclamare lo stesso messaggio: "#notinmyname"
Roma, 21 Novembre 2015, fonte Panorama |
In tutto il mondo questo slogan si sta diffondendo come una cascata in piena, in particolar modo sui social dove musulmani e non condividono lo stesso pensiero.
#notmyEurope #NotInMyName #ParisAttacks #PrayForSyria #PrayForLebanon #PrayForParis pic.twitter.com/y5fSfeQjSH
— Stef Stefanie (@Ainariel_Inwe) 22 Novembre 2015
Una muslim mostra lo slogan contro l'Isis |
(Fonte: La Repubblica)
Cecilia Tuberga
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