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domenica 22 novembre 2015

L'atletica russa nell'occhio del ciclone: addio a Rio 2016?

La WADA, agenzia internazionale antidoping, aveva condotto delle indagini avviate dopo il documentario della emittente tedesca ARD che accusava la Russia di dopare i propri atleti. I risultati sono pressoché scioccanti: infatti la Russia avrebbe obbligato molti dei suoi atleti a sottostare ad un programma di doping, pena l'esclusione dalla squadra nazionale. Inoltre un'altra notizia che fa rimanere sbigottiti da quanto ci sia una "radicata cultura del doping promossa e sollecitata direttamente dallo stato" come si legge nel report della WADA, è che i servizi segreti russi facessero visita al laboratorio antidoping di Mosca per intimorire e minacciare gli addetti alle analisi. Potrebbe essere coinvolto anche il ministro dello sport Vitaly Mutko che avrebbe richiesto esplicitamente la distruzione di determinati campioni di analisi risultati positivi. 
( qui la conferenza stampa tenutasi a Ginevra dalla Wada sull'esito delle indagini)

Vitaly Mutko, ministro russo dello sport (fonte: news.yahoo.com)


Alla luce di questi fatti, la IAAF, Federazione internazionale di atletica leggera, in una riunione speciale tenutasi il 13 novembre in un luogo segreto a Londra, ha deciso di imporre all'atletica di Mosca una sanzione temporanea di un anno dalle gare internazionali. Questa squalifica impedisce di fatto la partecipazione alle Olimpiadi di Rio che inizieranno nel prossimo Agosto.

Le atlete Savinova e Poistogova festeggiano i rispettivi oro e bronzo nella finale degli 800m a Londra

Queste le parole della fuoriclasse del salto con l'asta Yelena Isimbayeva in una lettera alla IAAF "Fin dall'inizio della mia carriera, le mie vittorie sono state oneste, pulite e meritate. Ho sempre rispettato le norme antidoping e continuo a farlo. Non trattate tutti gli atleti allo stesso modo. [...] Impedire agli atleti che non hanno alcun legame con il caso doping di andare a Rio non sarebbe giusto. I colpevoli devono pagare, ma gli innocenti devono avere la possibilità di presentarsi e competere degnamente rappresentando il proprio Paese in tutti gli stadi."

A Mosca si lavora già per una riduzione della squalifica.


Francesca Canova

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