Presidenziali 2015, si vota e si ri-vota in Argentina.
Si è tenuto il primo ballottaggio nella storia delle presidenziali proprio oggi, giornata che Mauricio Macri, favorito del secondo turno, definisce “storica” e che “cambierà le nostre vite”. Il candidato dell'opposizione è un imprenditore, ex presidente del Boca Juniors e capo del governo di Buenos Aires.
Macri fa parte della destra repubblicana-conservatrice (partito PRO), si presenta però con slogan “Cambiemos”, cambiamo. Perchè è questo ciò a cui il paese latino aspira. Dopo ben dodici anni di kirshnerismo, prima con Nestor e poi con Cristina, c’è voglia di novità e soprattutto di distacco dal peronismo della sinistra, rappresentata dal vice presidente ai tempi del primo mandato Kirshner.
Daniel Scioli.
Daniel Scioli, campione mondiale di motonautica, imprenditore, governatore della capitale, è la figura simbolo del Partido Justicialista, che propone una continuità dell’attuale potere di sinistra. Scioli era infatti il candidato favorito, appoggiato dal presidente uscente Cristina. A sorpresa però, è stata poca la differenza di voti tra i due principali candidati, che non riuscendo ad ottenere una vittoria decisiva, dovranno aspettare fino a stasera per sapere per chi ha votato il popolo argentino.
La sua scoperta è stata annunciata proprio a metà di questo mese: durante il meeting della DPS (Division for Planetary Sciences) dell'American Astronomical Society, nel Maryland. Qui l'astronomo Scott Sheppard, della Carnegie Institution for Science a Washington DC, ha annunciato l'esistenza di 'V774104', che sarebbe l'oggetto più distante riconosciuto nel Sistema Solare.
Oggetto 'V774104'
Non è certo un nome che resta impresso nella memoria, ma le stesse informazioni su questo remoto oggetto, su cui ancora si discute la natura, sono poche. Entro un anno, i ricercatori sperano di riuscire ad ottenere ulteriori informazioni, come ad esempio la sua orbita intorno al Sole.
Determinazione approssimativa dell'ubicazione di 'V774104'
Sarebbe stato avvistato per la prima volta poco più di una settimana fa grazie alle osservazioni eseguite con il telescopio Subaru dislocato nelle Hawaii.
Prima della scoperta di questo misterioso corpo celeste, il corpo più distante nel Sistema Solare, era il pianeta nano Eris, che si trova tra la fascia principale degli asteroidi e la nube di Oort.
Si ipotizza che il suo diametro sia compreso tra i 500 e 1000 chilometri e che si trovi a circa 103 unità astronomiche (un'unità astronomica è la distanza media tra Terra e Sole e misura circa 150 milioni di chilometri).
A parlare di tutte queste distanze sorgono spontanee le domande su quanto possa essere davvero grande il Sistema Solare.
Vogliono andarsene dall'Italia, pensano che in futuro saranno meno felici dei loro genitori, si disinteressano completamente di politica e partiti, ma hanno nella famiglia il loro principale punto di riferimento. Sono i giovanissimi dai 14 ai 18 anni, protagonisti del sondaggio realizzato dall'istituto Demopolis, che svela sogni e paure dei teenager mettendoli a confronto con un'analoga indagine del 1983.
"Pensi che la tua vita sarà più felice di quella dei tuoi genitori?", nel 1938 il 71 per cento dei ragazzi rispose sì; oggi questa convinzione è scesa al 45 per cento. Il 40 non lo sa; il 15 per cento invece è convinto che sarà più triste dei propri genitori.
Il volto della generazione che emerge dall'indagine è una sorpresa aspra per l'Italia, perché la reazione dei giovani italiani consiste nella voglia di fuggire: 4 teenager su 10 vorrebbero lasciare l'Italia; erano soltanto l'11 per cento trent'anni fa. Quattro volte tanto il 1938.
I giovani e il futuro: poche illusioni e voglia di andare via
"La tua vita sarà più felice di quella dei tuoi genitori?"
Per gli adolescenti del duemila sembra finito il futuro: non lo vedono all'orizzonte né nel lavoro né negli ideali. Resta solo il presente. Un presente spalancato dalla globalizzazione e dalla voglia di viaggiare, ma in cui loro preferiscono non perdersi, rifugiandosi piuttosto nel proprio, nella casa. Famiglia, matrimonio, fedeltà e verginità ricompaiono infatti come parole di riferimento. La cultura perde punti e ne guadagna il sesso.
In questo magma di infelicità, disillusione e sete di fuga emerge però
anche un nucleo di domande grezze, una spinta al cambiamento ancora
irrisolta: dalla voglia di “riformare in molti aspetti la società
italiana” assai maggiore adesso rispetto a quella fotografata nel 1983,
alla multiculturalità di fatto che non trova spazio nelle istituzioni.
La nuova moralità dei giovani
Perde
importanza invece la politica, affossata nel disinteresse con la sola eccezione
del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Ai giovani questa politica non interessa e a questa politica non interessano i
giovani. Tre ragazzi su quattro non la seguono affatto, la metà non si
identifica come di sinistra o di destra. Il distacco crescente della gioventù
verso il mondo delle istituzioni può essere letto con preoccupazione, ma
certamente non può essere fonte di sorpresa. In un paese che invecchia, infatti,
i partiti sono stati i primi a concentrarsi sugli anziani, i quali continuano
ad aumentare e vanno a votare più di tutti.
Ridurre
il problema demografico e coinvolgere i giovani nel processo elettorale, sono a
questo punto priorità assolute per mantenere in salute la democrazia. Per
questi motivi di grande attualità è il tema dell'allargamento del diritto di
voto anche ai minorenni, obiettivo apparentemente appoggiato da ogni
partito, ma nei fatti non accompagnato da una forte volontà di sostenere
davvero le proposte. Forse perchè i giovanissimi, come rivela anche il
sondaggio Demopolis, sono radicali e politicamente infedeli: più un rischio che
un'opportunità per tanti movimenti italiani.
L'ultimo ostacolo, infine,
sono i giovani stessi. Nel 1983 solo l'11 per cento non era interessato a
votare, mentre oggi sono il 27 per cento. Così il disinteresse degli stessi
giovani li allontana dalla politica, e permette alla politica di ignorarli.
"La politica ti interessa? In quale area politica ti identifichi?"
Nota metodologica: La ricerca è stata condotta dall’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento, dal 6 al 20 ottobre 2015 – per il settimanale l’Espresso – su un campione stratificato di 800 intervistati, rappresentativo dell’universo dei giovani italiani di età compresa tra i 14 ed i 18 anni. I dati di confronto si riferiscono ad una analoga indagine sugli adolescenti italiani pubblicata dall’Espresso nel 1983.
L’arte e la bellezza sono per l’anima l’antidoto migliore alle atrocità e agli orrori che ci circondano. Roberto Bolle.
Un minuto di silenzio apre la recita del 14 novembre de L’Histoire de Manon
al Teatro alla Scala. Un minuto di silenzio che unisce artisti,
musicisti, tecnici, il Direttore David Coleman, il Sovrintendente
Alexander Pereira e il Teatro intero nel ricordo dei terribili attentati
che hanno sconvolto la città di Parigi colpendo, tra gli altri luoghi,
anche un teatro. Dopo che la prima del 12 novembre è stata annullata per
sciopero, L’Histoire de Manon chiude ora la stagione di balletto.
Eccellente prodotto del genio creativo di Kennet MacMillan, L’Histoire de Manon ,creato nel 1974,
fonde mirabilmente tecnica, interpretazione e coreografia. Il balletto
racconta la travolgente e tragica storia d’amore e fonde la
tradizione del balletto classico con una capacità di racconto innovativa
fondata su una accurata e profonda ricerca introspettiva dei
personaggi. Fonte
d’ispirazione il romanzo dell’Abate Prevost, che MacMillan approfondisce
sulle
note di Jules Massenet, che tracciano l’evoluzione di un sentimento intenso ma
destinato a una tragica fine.
Alla prima, cast d’eccellenza con Svetlana Zakharova
nel ruolo della giovane e seducente Manon. Affascinante e corrotta, infantile e calcolatrice, vittima del mondo e
di sé stessa, Manon – come ha sottolineato MacMillan - ama la vita e
non sa resistere al piacere che le offre. È combattuta tra l’amore per il poeta Des Grieux e la sua brama
di denaro e attenzione. La sua innocenza si perde tra le tentazioni di
una vita lussuosa. L’amore sincero per Des Grieux non le impedisce di
portarlo alla degradazione e renderlo vile, ladro e assassino.
Svetlana Zakharova è affiancata da Roberto Bolle,
superbo Cavalier Des Grieux.
Dopo aver debuttato il ruolo a soli 22
anni, Bolle ha vestito i panni di Des Grieux nei teatri di tutto il
mondo ma ogni volta la sua danza lascia qualcosa di nuovo. Ora,
all’apice della sua carriera, ci regala un personaggio
straordinariamente vero, innamorato di un amore puro, anche se la donna
dei suoi desideri non è altrettanto candida. Se la bellezza della nostra
étoile compiace gli occhi, l’intensità del suo sentimento fa vibrare il
cuore. Dopo aver inaugurato la partnership nel 2013 al Teatro alla
Scala, la coppia di stelle ripropone un’ottima intesa. Applausi per
tutto il corpo di ballo.
La coppia perfetta durante le prove
L'Histoire de Manon è in scena fino al 20 Novembre,quindi non avete tanto tempo per prendere i biglietti sul sito ufficiale del Teatro alla Scala, affrettatevi! Se invece avete già acquistato i biglietti ma non sapete come arrivarci, qui di seguito c'è una mappa a vostra disposione.
Le comunità islamiche italiane si sono riunite nella capitale e a Milano per protestare contro le stragi provocate dell'Isis: "L'Islam non è violenza, #notinmyname". La religione islamica non deve essere ricollegata al terrorismo, lo dimostrano migliaia di musulmani tramite cartelloni, striscioni, urla e proteste durante le manifestazioni del 21 Novembre.
"L'Islam è pace", "Il terrorismo non ha religione", "L'Isis non è Islam","No al terrorismo, sì alle moschee","Non in mio nome - Not in my name". Sono frasi scritte su ogni cartello e dette da tutti i manifestanti presenti. Sono semplici, ma con un messaggio ben chiaro: basta credere che i terroristi siano la società musulmana!
In entrambe le manifestazioni hanno partecipato persone comuni e persone note politicamente e culturalmente. A Roma era presente il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso che afferma: "Contro il terrorismo c'è bisogno di una risposta che dia sicurezza ai cittadini ma senza limitare le libertà"; molto sentito è stato il discorso di Marco Impagliazzo della Comunità di Sant’Egidio: "Il mondo è stato ucciso a Parigi, ma non si può ammazzare in nome di un dio. Nessuna guerra è santa". Durante la manifestazione è stato letto il discorso del presidente della Reppublica, Sergio Mattarella: "I tanti cittadini italiani di fede musulmana che in voi si riconoscono, insieme ad altri fedeli che vivono e lavorano nel nostro paese, sono e devono sentirsi parte di questa comune battaglia contro il terrore". Si sono ascoltate le parole scritte da Laura Boldrini,la presidente della Camera: "Iniziative come la vostra, rivendicando che i terroristi non operano in nome dei musulmani sono fondamentali anche per smentire e isolare coloro che predicano lo scontro di civiltà. Il terrorismo non può avere religione". Khalid Chaouki, deputato del pd, è stato uno dei principali animatori della manifestazione: "Tutti insieme, senza distinzioni abbiamo gridato che nessuno può uccidere in nome di un dio". Ha anche aggiunto: "Ora restiamo uniti per difendere il nostro diritto alla pace e alla convivenza".
A Milano Davide Piccardo, responsabile del Caim ha detto: "La nostra è una presa di posizione netta, una condanna fortissima verso i fatti di Parigi che sentiamo molto vicini come cittadini musulmani europei e italiani, geograficamente e temporalmente. E' fondamentale il riconoscimento dei luoghi di preghiera. Ce ne sono 700, di cui 695 informali. Come possiamo istruire i nostri giovani ai valori dell'Islam in questo modo?".
Da Milano a Roma tutti uniti per proclamare lo stesso messaggio: "#notinmyname"
In tutto il mondo questo slogan si sta diffondendo come una cascata in piena, in particolar modo sui social dove musulmani e non condividono lo stesso pensiero.
Sono le 22.15.
Sembra una serata come tante. Sono già in pigiama e quasi pronta per andare a dormire quando sento mia madre che urla dal salotto: "Hanno attaccato Parigi!". Mi fiondo subito sul divano a guardare la televisione con gli occhi sgranati e lo stomaco stretto in una morsa. Sono avvenute sparatorie e esplosioni in diverse zone di Parigi. Si crede siano attacchi terroristici. Un unico colpevole possibile viene in mente a tutti noi: l'ISIS. I ricordi di Charlie Hebdo passano davanti agli occhi, come se non fosse passato un giorno da allora. L'obiettivo stavolta non è uno, ma sono ben 6. Sono luoghi di svago e divertimento: loStade De France, luogo della partita Germania-Francia numerosi bar e ristoranti e il Bataclan, dove si stava svolgendo il concerto degli Eagles of Death Metal. Proprio in quest'ultimo la situazione è la più grave: un centinaio d'ostaggi, probabilmente molti di loro giovani fan della band.
Gli spettatori dello Stade De France una volta data la notizia
degli attacchi (Repubblica)
"I terroristi li stanno uccidendo lentamente uno a uno" annuncia un giornalista. I poliziotti si stanno organizzando per entrare al Bataclan, ma l'attesa è lunga, troppo lunga. Ogni minuto sembra lunga un'ora e la tensione mi sta uccidendo. Decido di dare un'occhiata a Twitter.
Gli hashtag sul social network già fioccano e oltre a #PrayForParis, ve ne è uno che mi fa ritrovare un po' di fede nella bontà umana in un momento così buio: #PorteOuverte (#PorteAperte in italiano) è l'hashtag usato dai parigini che letteralmente aprono le porte delle loro case per aiutare coloro che necessitano di un rifugio. Passo il tempo a guardare la televisione e dall'altra il cellulare per ulteriori aggiornamenti dai social.
"La France, parce qu'elle a été agressée lâchement, sera impitoyable"
— @fhollande à l'issue du Conseil de défense https://t.co/YNWpA9tsIA
Hollande sta parlando in diretta: annuncia lo stato di emergenza e la chiusura di tutte le frontiere della nazione. Il numero dei morti cresce inesorabilmente ogni momento. La tensione che appesantisce l'aria nei nostri polmoni si potrebbe tagliare con un coltello. L'assedio del Bataclan da parte delle forze armate termina dopo quasi tre ore di estenuante attesa e gli ostaggi rimasti vivi vengono portati in salvo.
Ormai è 00.25 e io sono in pigiama e scalza da ore.
Non voglio più dormire, so che mi sentirei in colpa a distogliere gli occhi dalla televisione e andare nel mio letto caldo e confortevole mentre ci sono persone, giovani, anziani, padri, madri, figli e figlie che si sono addormentati per sempre sul freddo asfalto delle strade di Parigi o sul pavimento di una sala concerti. Il senso d'impotenza prende il posto della tristezza e dell'ansia. Che sensazione così famigliare è per noi giovani la realizzazione di quanto piccoli siamo di fronte ad avvenimenti più grandi di noi. Vorrei poter fare anche io qualcosa di concreto, ma invece rimango qui sul divano con gli occhi incollati allo schermo finchè questi non si chiudono lentamente e il sonno prende il sopravvento sul mio disperato desiderio di rimanere sveglia. È l'1:00 Barbara Turinetto
Dopo il successo di questa estate negli stadi di tutta Italia, Tiziano Ferro ha annunciato un nuovo tour, formato da tappe italiane e europee, dove eseguirà ancora una volta le canzoni che l'hanno reso celebre.
Tiziano Ferro,13 novembre al Pala Alpitour di Torino
La prima tappa di questo European Tour si è compiuta venerdì 13 novembre al Pala Alpitour di Torino , dove migliaia di fan hanno cantato insieme al loro idolo le sue canzoni.
Iniziare dal capoluogo torinese sembra ormai un rito per il cantante romano , Ferro infatti annuncia: “C'è qualcosa a Torino, non so il perchè ma ogni volta che inizio da qui poi va sempre tutto bene.” e aggiunge con orgoglio : “Squadra che vince non si cambia, io non vi cambio” ; suscitando grida in tutto il palazzetto.
fonte: Celeste Colasante
Introdotto da grida e applausi Tiziano entra in scena , questa volta non in volo come nel tour precedente ma comparendo dietro ad una nube di fumo, e cantaXdono, in coda poi ci sono le canzoni del suo ' Best of ', una raccolta di tutti i suoi brani dal 2001 ad oggi.
La scaletta non ha subito grandi variazioni rispetto al tour estivo, tranne che per l'aggiunta del nuovo singolo 'Il vento'.Spettacolari sono state le scenografie, ricche di effetti speciali e coreografie in cui Tiziano si è cimentato. Le voci dei fan quasi coprivano Tiziano in canzoni comeL'amore è una cosa semplice , Il vento , Il sole esiste per tutti , Ti scatterò una foto, L'ultima notte al mondo , La fine, Incanto. Incredibile è stato il momento della canzone Lo Stadio, in cui l'intero palazzetto si è alzato in piedi urlando le parole della canzone e acclamando il cantante come non mai.
Tiziano si è sentito accolto e molto amato dai fan torinesi e conclude il concerto dicendo :“Grazie, questo è l'inizio più bello che il mio tour potesse avere” e aggiunge tra grida e applausi : “ Se io riesco a darvi anche solo un minimo di quello che mi avete donato quest'anno sono felice ve lo giuro.”
Minuto per minuto, raccontiamo la strage che, nella notte tra venerdi' 13 e sabato 14 novembre, ha sconvolto non solo Parigi e la Francia, ma l'intero mondo occidentale, violando i tre principi che rappresentano le fondamenta della repubblica francese, ma anche gli ideali di tutta l'umanità: Libertà, Uguaglianza, Fratellanza.
VENERDI' 13 NOVEMBRE 2015
19.35 RUE CRUSSOL
Una Volkswagen Polo nera con quattro passeggeri a bordo si ferma davanti al ristorante "Cellar", spegnendo i fari ma lasciando acceso il motore.
21.00 STADE DE FRANCE
Vista aerea dello Stade De France
Il fischio dell'arbitro annuncia l'inizio della partita Francia-Germania, assistita dal presidente francese François Hollande e dal ministro degli Esteri tedesco Frank Walter Steinmeier.
BATACLAN
Facciata esterna del teatro Bataclan
Gli Eagles Of Death Metal, gruppo rock statunitense, iniziano a suonare per i 1500 spettatori della sala concerti.
21.16 STADE DE FRANCE
Alla biglietteria del cancello D, Ahmad Almohammad, sirano 26enne, prova ad entrare nello stadio, ma è fermato da uno stewart, che subito nota la cintura esplosiva. Il kamikaze fugge e correndo verso un passante si fa saltare in aria. E' Manuel Dias la prima vittima, autista di un pullman di alcuni tifosi che si stava godendo la mite serata passeggiando nei pressi dello stadio.
All'interno della struttura sportiva il boato è confuso con un petardo.
21.20 STADE DE FRANCE Si fa esplodere il secondo kamikaze vicino al cancello H. Un agente della scorta presidenziale avvisa Hollande delle esplosioni e il presidente lo segue nei sotterranei dello stadio, alla volta del bunker del ministro dell'Interno. 21.25 RUE ALIBERT
I soccorsi giunti presso il ristorante "Le carillon"
Una Seat Leon nera si ferma all'incrocio tra Rue Alibert e Rue Bichat. Scendono tre terroristi che, imbracciando i loro kalashnikov, aprono il fuoco sui ristoranti "Le Carillone" e "Le Petite Cambodge", uccidendo 15 persone e ferendone gravemente altre 15. Molti dei presenti si salvano grazie alla prontezza del proprietario di uno dei due ristoranti che abbassa la serranda facendo entrare i clienti.
21.32 RUE DE LA FONTAINE AU ROI
La Seat nera, portatrice di morte, arriva di fronte alla pizzeria "Casa Nostra". Qui i terroristi iniziano un'altra strage che comporta 5 vittime e 8 feriti gravi. I sopravvissuti raccontano di aver udito uno di loro ripetere "C'est puor la Syrie!", mentre svuotava il caricatore sui clienti della pizzeria.
21.36 ROU DE CHARONNE
Il ristorante "La Belle Equipe"
La terza tappa della Seat è "La Belle 'Equipe", un ristorante dove si sta festeggiando un compleanno.La raffica dei fucili mitragliatori miete 19 vittime sulla terrace, tra cui il festeggiato, e ferisce 9 persone. Inutile l'arrivo di un poliziotto, lo stesso che è intervenuto la mattina dell'attentato alla sede di Charlie Hebdo: ormai la Seat è ripartita.
21.40 BOULEVARD VOLTAIRE
Il ristorante "Le Comptoir Voltaire"
E' questa l'ultima fermata per Ibrahim Abdeslam, uno dei tre attentatori, che scende dall'auto e si siede ad un tavolo del ristorante "Le Comptoir Voltaire", dove la televisone sta riproducendo in direta la partita Francia-Germania. La cameriera si avvicina per ordinare, ma Ibrahim, in silenzio, si alza e attiva la cintura, facendosi saltare in aria e ferendo la ragazza.
21.42 BATACLAN
I passeggeri della Polo nera spengono il motore della macchina, rimasto acceso per due ore, e si avviano verso l'ingresso della sala concerti Bataclan. L'ultimo messaggio a
Abdelhamid Abaaoud, la mente dell'attentato: "Siamo partiti. Cominciamo".
Le prime due vittime sono due ragazzi usciti per fumare. Segue l'irruzione nella sala, con una prima raffica che falcia 10 persone. Subito il pubblico pensa ad un effetto speciale. Quando però iniziano le altre raffiche è panico tra la gente, che inizia a scppare dall' uscita di sicurezza. Alcuni salgono sul palco e si rifugiano dietro le quinte con i componenti della band americana. Due dei terroristi si aggirano tra i corpi per uccidere eventuali superstiti. Molti si nascondono o scappano dal tetto. Altri si appendono alle finestre e si lasciano cadere, rompendosi le gambe. Altri ancora si infilano in un condotto di areazione.
Il video mostra una ricostruzione tridimensionale dell'assalto al Bataclan e del blitz della polizia.
ATTENZIONE: IL SEGUENTE VIDEO E' SOGGETTO A LIMITI DI ETA' SECONDO LE NORME DI YOUTUBE. SI SCONSIGLIA LA VISIONE AD UN PUBBLICO IMPRESSIONABILE.
21.53 STADE DE FRANCE Un terzo kamikaze, Bilal Hadfi, si fa esplodere nei pressi dello stadio dove è ancora in corso la partita e i tifosi sono ignari della strage che sta avendo luogo sul suolo parigino, poichè la struttura non è coperta dal campo telefonico e nessuno li ha potuti avvisare. 22.00 MINISTERO DELL'INTERNO
Il presidente Hollande, il premier Manuel Valls e Cazeneuve si riuniscono per affrontare la questione e seguire gli sviluppi.
BATACLAN
Un commissario di polizia entra nella sala concerti impugnando la pistola, protetto solo dal giubbotto antiproiettile. Apre il fuoco contro i tre terroristi, uccidendone uno e costringendo gli altri due a rifugiarsi nella galleria, dove prendono in ostaggio 20 persone.
22.50 STADE DE FRANCE
I tifosi occupano il campo da calcio dello Stade De France
I tre fischi segnano la fine della partita e l'inizio del panico tra i tifosi, che apprendono i fatti e si riversano nel campo di gioco, non potendo uscire dallo stadio per motivi di sicurezza.
23.37 MINISTERO DELL'INTERNO
E' attuato il piano "Alpha Rouge" (Alfa Rosso), ovvero lo stato di emergenza che omporta il dispiegodi forze armate sul territorio e la chiusura delle frontiere.
23.50 MINISTERO DELL'INTERNO
Va in onda la prima diretta del presidente Hollande che comunica lo stato di emergenza e parla di "attacchi terroristici senza precedenti".
SABATO 14 NOVEMBRE 2015
00.25 BATACLAN Le forze speciali della BRI (Brigade Recherche Intervention) riescono a porre fine all'assedio al teatro. Dopo diversi minuti di sparatorie i due attentatori si fanno esplodere. Le forze dell'ordine devono evacuare i superstiti e far arrivare i soccorsi. Dopo la conta, i morti risultano essere 89, numerosi invece i feriti.
"La Francia è in guerra" LE CONSEGUENZE
Dopo l'immediata chiusura delle frontiere, le attenzioni volgono verso i provvedimenti da adottare contro la minaccia jihadista. Il presidente Hollande ha dichiarato che "la Francia reagirà restando sé stessa", e due giorni dopo, il 16 novembre, ha tenuto un lungo discorso davanti al parlamento per ufficializzare l'entrata in guerra e per sottolineare la necessità di vendicare le 129 vittime degli attentati.
Per fare ciò ha inoltre richiesto una modifica alla Costituzione, per prolungare a tre mesi lo stato di emergenza e aumentarne le norme, e l'intervento dell'UE, ricordando l'articolo 42.7, che recita:"Se uno Stato membro è vittima di un aggressione armata sul suo
territorio, gli altri Stati membri sono tenuti a prestargli aiuto e
assistenza con tutti i mezzi in loro possesso".
Altra conseguenza, la sospensione del trattato di Shengen , che limita la libera circolazione in Europa, reintroducendo i controlli alle frontiere.
Parigi deserta
Sabato la città si risveglia nel silenzio. Le strade, pattugliate da poliziotti e militari, sono deserte, fatta eccezione per qualche turista che non vuole rinunciare a fare delle fotografie.
Scuole, biblioteche, musei e tutte le principali strutture pubbliche sono blindate, compresa la Tour Eiffel, al cui ingresso appare la scritta "TOUR EIFFEL FERMEE, EIFFEL TOWER CLOSED". Anche le stazioni della metro nei pressi dei luoghi degli attentati sono chiuse, soltanto qualche negozio di alimentari alza le serrande.
Militari pattugliano le zone adiacenti alla Tour Eiffel
Militari controllano gli ingressi del Louvre
Social
Nell'era di internet non potevano mancare commenti, post e fotografie che milioni di utenti hanno pubblicato sui social. Facebook attiva il Safety Check, un servizio usato in caso di emergenze: chi si trova nelle zone colpite riceve il messaggio "stai bene?", grazie al quale amici e familiari iscritti al social possono avere notizie. Twitter è invece sommerso dagli hashtag. Tra i più usati, #PrayForParis e #FranceUnderAttack, seguiti da #JeSuisParis e #PorteOuverte, per ricordare i concittadini che hanno aperto le porte alle vittime dei massacri. Anche gli U2, che avevano in programma un concerto in città, poi annullato a causa degli eventi, rispondono agli hashtag assicurando il loro ritorno in città a dicembre.
Su internet sta circolando una nuova notizia secondo la quale durante lo show degli U2 del 7 dicembre a Parigi dovrebbero apparire anche gli Eagles Of Death Metal, ma nulla è stato ancora confermato dalla band. Soltanto con l'inizio del concerto potremo constatare la veridicità dell'annuncio.
YouTube si adopera per portare informazioni in tempo reale, caricando video sul canale FRANCE 24.
Instagram è invece luogo di migliaia di fotografie con la bandiera francese come sfondo.
Anonymous
Anche Anonymous, la rinomata organizzazione di hacker, interviene, colpendo l'organizzazione jihadista. Un hacktivista intervistato in chat sostiene infatti che alcuni hacker sono riusciti a forzare alcuni siti e a ottenere le password di circa 40 account Paypal appartenenti a finanziatori dell'isis. Hanno così commentato su Twitter la loro riuscita: