Un mare d'alberi
Arbusti e folta vegetazione nella foresta (fonte) |
La foresta di Aokigahara si trova alla base settentrionale del Monte Fuji, nella prefettura di Shizuoka, Giappone. Si formò in seguitò all’eruzione di un vulcano nell’anno 864. E’ formata da arbusti, caverne e fitti alberi che bloccando il vento, la rendono molto silenziosa.
La fitta vegetazione fa si che la percezione che si ha entrando nella foresta sia quella di non riuscire a trovare un sentiero, cosa che l’ha resa particolarmente famosa tra gli escursionisti ma soprattutto tra chi ha deciso di porre fine alla propria vita.
La fitta vegetazione fa si che la percezione che si ha entrando nella foresta sia quella di non riuscire a trovare un sentiero, cosa che l’ha resa particolarmente famosa tra gli escursionisti ma soprattutto tra chi ha deciso di porre fine alla propria vita.
Corpo ritrovato nella foresta (fonte) |
La foresta infatti è il secondo luogo più frequentato per i suicidi, preceduto soltanto dal Golden Gate Bridge di San Francisco. E’ confermato che dal 2002 al 2010 le morti siano passate da ottanta circa l’anno, a più di 250. Le morti sarebbero iniziate già nel XIX secolo, quando le donne anziane andate lì per riposare, sarebbero rimaste ad infestare il luogo.
Cartello di avvertenza in giapponese: "per favore, ripensaci. parlane con le autorità prima di commettere suicidio" (fonte) |
Molti giapponesi pensano che negli alberi siano rimasti gli spiriti delle vittime, che impediscono ai visitatori di uscire dalla foresta bloccandoli nel ‘mare’. Si dice che le anime dei defunti urlino e si muovano da sole nella foresta, infestandola.
Sono presenti cartelli in giapponese e in inglese invitano a non gettare la propria vita, ma di chiedere aiuto. Ci sono infatti gruppi di aiuto e volontari che periodicamente visitano l’area, per togliere i corpi e per evitare l’aumento dei suicidi, concentrati a marzo per la fine dell’anno lavorativo e scolastico.
Zona più suggestiva della foresta (fonte) |
Coloro che l’hanno visitata raccontano che per la suggestività del luogo si sono sentiti euforici e ansiosi, sentendo il bisogno di “urlare e saltare, ma anche di parlare a bassa voce”. Sembra inoltre che grandi depositi di ferro e materiali vulcanici abbiano influenzato il magnetismo del luogo, disorientando chi ci si introduce.
Molti film e libri - come quello di Kuroi Jukai, in cui un innamorato muore ad Aokigahara- sono stati scritti sulla Foresta dei Suicidi, ispirati forse dagli oggetti che molte delle persone che lì si sono tolte la vita, hanno lasciato. Ci sono scarpe, fotografie, testi di canzoni e molto altro fra gli arbusti, come segno del passaggio di quelle persone.
Una canzone di un gruppo molto celebre in Giappone racconta di coloro che non sono andati lì ma che ogni giorno sui social come Twitter, scrivono “voglio morire”.
Quando ho letto del golden gate mi sono scassato, colpa di tutti quei fumetti!
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