Circa 400 km separano la città di Kobane in Siria nella regione del Rojava dalla città di Cizre in Turchia nella provincia di Sirnak.
Queste due città possono sembrare molto diverse e lontane trovandosi in due territori differenti in realtà sono legate tra loro più di quanto ci appaiono. Entrambe fanno parte di uno stato non riconosciuto chiamato Kurdistan che dovrebbe estendersi in territori di 5 diversi paesi: in Turchia, Siria, Iran, Iraq e parzialmente
in Armenia.
Kobane ha più più volte resistito valorosamente all'assalto delle milizie dell'ISIS conquistandosi il titolo di "Stalingrado d'Oriente". Ancora oggi è una delle poche forze in campo che cerca di contrastare le truppe jihadiste in quei territori.
Anche Cizre si è trovata e ancora si trova sotto assedio.
Ma questa
volta non si trattata di fondamentalisti Islamici, tuttavia di
soldati e poliziotti Turchi che vengono ad imporre il coprifuoco
dettato dal governo turco. Questa, come altre città, viene privata
di acqua ed energia elettrica mentre la popolazione è
costretta a restare nelle proprie case a costo di perdere la vita.
A
settembre in nove giorni di coprifuoco sono state uccise 21 persone
tra i civili: alcune freddate dai cecchini appostati sui tetti e altre ferite che sono rimaste in strada a morire perchè la polizia impediva
l'arrivo delle ambulanze, tanto meno acconsentiva alla gente di scendere in strada per aiutare un loro concittadino, e nel frattempo l'ospedale veniva occupato
militarmente.
Cizre, quest'uomo fa vedere i buchi di proiettili lanciati dai cecchini |
Questa situazione sta mettendo a dura prova i cittadini Kurdi che con tutto la forza e la tenacia che possiedono continuano ad ostacolare le forze jihadiste.
In ogni caso non è possibile che hai giorni nostri un'intera popolazione sia costretta a vivere a stento, sperando che le raffiche di mitra, le bombe e gli attacchi aerei abbiano fine.
Cizre può solo piangere i suoi morti in questo momento, ma lì come in tutte le città curde si respira voglia di libertà: sono un popolo unito, è lo saranno sempre.
corteo per contestare le brutalità subite |
Jacopo Durin, Benedetta Buri
Zerocalcare ha fatto un bel reportage su questo
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